venerdì 14 dicembre 2012

Templari SI Templari NO: Ma, torniamo a noi ...



Così come avviene di tutte le cose ricercate o ambite, sia materiali che morali, allorché coloro che aspirano di venirne in possesso, comprendono di non poterle conseguire per via diretta,  ripiegano sui loro surrogati e, nello stesso modo, coloro che per mancanza di requisiti non sono in grado di poter ottenere un determinato Ordine cavalleresco, ricercano  la decorazione di un altro Ordine dal titolo quasi omofono, o dal colore del nastro o dalla forma dell'insegna, quasi identico al vero.

Sorgono così, per il soddisfacimento della vanità umana, le riesumazioni di antichi Ordini estinti o con nomi similari, o la invenzione cervellotica di rami di Ordini inesistenti o estinti, o la trasformazione in pseudo-Ordini cavallereschi di insegne di benemerenza.

La creazione di questi surrogati non è un prodotto soltanto straniero ma anche italiano.

In Italia si moltiplicano a vista d'occhio sedicenti ordini templari che si rifanno alla tradizione interrotta nel 1307 con la crudele persecuzione attuata da Filippo il Bello contro i cavalieri del Tempio. Ne spuntano in ogni città, molti specialmente in questo ultimo decennio e ogni gruppo sostiene di essere l'unico autentico. Ovviamente sono quasi tutti in lotta tra di loro e si scomunicano a vicenda. Basta navigare qualche ora nel Web per rendersene conto e visitare un mare di siti Internet con lo stesso stemma cavalleresco, le stesse croci rosse e lo stesso motto «Non nobis Domine» («Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria»).
Si sprecano gran maestri e cerimonie d'investitura, si rincorrono per tutta la Penisola frati e vescovi disposti a celebrare una Messa per i cavalieri e a farsi immortalare al loro fianco, si invoca l'autorità del Papa.

Tutti si definiscono cattolici, qualcuno «ecumenico», qualcun altro ammette che tra i suoi affiliati vi sono «fratelli massoni», qualcuno assicura di possedere addirittura l'autentico Santo Graal, la coppa usata da Gesù per l'ultima cena. C'è chi esibisce documenti «antichissimi», chi si fregia di lettere della Presidenza della Repubblica italiana, chi è orgoglioso di poter mostrare un riconoscimento dell'ONU.

Tutto questo fa nascere sì, tanta curiosità tra i fedeli ma ingenera  anche tanta confusione al punto che il 19 maggio del 2005 dovette intervenire Mons. Mauro Parmeggiani, che per incarico del Cardinale Vicario Camillo Ruini e con nota n. 581, invitava i parroci, i rettori di chiese e cappelle pubbliche o anche di istituti religiosi della diocesi di Roma a non ospitare le cerimonie dei cosiddetti gruppi “neotemplari”, dichiarando esplicitamente che la Chiesa riconosce solo il Sovrano militare ordine di Malta e l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

 Invito non sempre rispettato per cui fu necessario  ribadire, a firma diMons. Luigi Moretti  Vicereggente del Vicariato di Roma. il 19 maggio 2009 con nota n. 755,  l'astensione
"da qualsiasi atto di investitura o altre consimili Cerimonie capitolari atte ad assicurare i favori divini sui partecipanti".



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Seguirà articolo a firma del prof. Adolfo Morganti, docente di pedagogia presso l'ISR della Diocesi di Rimini e presidente del GRIS della stessa diocesi.





Fonte GRIS - ARCIDIOCESI DI CAMPOBASSO-BOJANO


Tratto da:
Il Quotidiano - Martedì 16 nov. 2010 p. 14

Da:
Primo Piano Molise  - Giovedì 20 gennaio 2011, p. 13

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